L’attenzione sempre crescente di consumatori e investitori ha portato le aziende a prepararsi per rispondere alla sfida del cambiamento climatico. Si tratta un tema urgente e complesso, pertanto le difficoltà organizzative e gli investimenti necessari a ridurre le emissioni o compensarle hanno visto le aziende rimandare l’impegno.
In questo scenario però l’intelligenza artificiale può migliorare le cose e rivelarsi una risorsa utile per analizzare grandi quantità di dati e ridurre la “carbon footprint”. Secondo uno studio di Nature la pandemia ha ridotto le emissioni globali del 6,4%. L’obiettivo definito dalle Nazioni Unite nel 2016 è di 1,5°C e per raggiungerlo sarà necessario ridurle sempre di più entro i prossimi dieci anni.
Come può l’intelligenza artificiale aiutarci ad abbattere le emissioni?
L’AI può essere utilizzata per monitorare le fonti di emissioni di gas serra, elaborando e analizzando così una mole di dati in grado di individuare le aree di miglioramento. Questo è sicuramente un primo step per comprendere le soluzioni ideali per il contesto aziendale o un particolare settore di mercato.
Il ruolo e il valore che l’intelligenza artificiale può avere dipendono dal tipo di attività dell’azienda.
Le emissioni di gas serra vengono infatti classificate, in base alla propria natura, in diversi scopi.
Le emissioni di scopo 1 riguardano le attività aziendali per supportare il business. Sono ad esempio emesse per produrre calore tramite combustibili fossili o legate ai processi di produzione.
Solitamente legate all’utilizzo di energia termica o elettrica sono invece le emissioni di scopo 2.
Lo scopo 3 include le emissioni indirette collegate al processo produttivo dei fornitori o di attività di logistica terze impiegate per la distribuzione dei propri prodotti.
Nel caso delle emissioni di scopo 1 e 2, i sistemi di AI possono essere usati per analizzare la propria catena produttiva, individuare gli asset critici in termini di consumi e le azioni in grado di aumentare l’efficienza di tali asset in termini di emissioni. In questo modo si possono mantenere i livelli produttivi desiderati, ma inquinando meno. Le emissioni di scopo 3 sono relative a componenti della value chain aziendale estremamente diversificati tra loro, per questo motivo, possono essere considerati diverse soluzioni verticali per analizzare e rendere più efficienti i singoli processi.
Da dove partire? Serve un approccio strategico
Per rendere concreti i benefici citati, le aziende devono ridefinire le priorità, prestando massima attenzione alle attività che producono emissioni elevate.
È necessario un piano strategico che definisca prima di tutto ciò che occorre fare per ridurre i gap tra persone e competenze, tra processi tecnologici e digital transformation. Definite le priorità, sarà possibile intervenire sull’ottimizzazione dei processi e la riduzione delle emissioni, partendo da progetti con cui sperimentare per poi implementarli su scala per massimizzare l’efficienza.
Il valore dell’AI nel ridurre le emissioni di gas serra e nel taglio dei costi è già stato ampiamente dimostrato.
Tenendo conto di questo, l’AI si rivela particolarmente preziosa per avviare la ripresa dalla crisi causata dal COVID-19 e per rendere concreto un futuro a basso impatto ambientale.
I progressi tecnologici permetteranno all’AI di affrontare problemi climatici sempre più complessi: azioni come l’aumento del prezzo delle emissioni di carbonio e le scelte più strategiche da parte delle aziende saranno elementi chiave per ridurre gli affetti del riscaldamento globale.